Canzone consigliata per questo articolo – La vuelta al mundo – di Calle 13. Ascoltate il testo di questa canzone e se non capite lo spagnolo fate in modo di tradurla.
La mia dipendenza per il viaggio è nata da quando ero piccola e devo essere sincera, non ho mai aspettato che qualcuno mi portasse o venisse con me per visitare un luogo o un paese.
In questa parte di viaggio alla scoperta del dipartimento Colombiano Antioquia, mi sono abbattuta in una vicenda ridicola, che però mi ha fatto riflettere su quanto sia bello muoversi nel mondo in compagnia solo di sé stessi.
Ovviamente, come tutte le cose, c’è sempre il rovescio della medaglia, però vi assicuro che mettersi nel mondo soli, vi permette di esplorare non solo i luoghi che visitate, ma soprattutto, spazi interiori che altrimenti non riuscireste mai a scoprire.
Quando visito un nuovo paese mi piace molto radicarmi in esso, non sono una di quelle persone che salta da un posto all’altro, amo andare nella profondità dei luoghi e della gente nuova che incontro.
A Medellin però, ho avuto senza che fosse programmato, la piacevole compagnia di persone che conoscevo. Al festival solar c’erano due miei ex colleghi, con la quale ho lavorato in Sierra Nevada e nelle varie serate e tour per la città, sono stata sempre in compagnia di amici che casualmente erano anche loro a Medellin.
La sera di San Valentino, dopo l’incredibile tour di Pablo Escobar, siamo andati a cena con Perry un caro amico del Quebec, Cerry un ragazzo francese e Celisha di Vancouver. Passiamo una piacevolissima serata in compagnia.
Nella notte Cerry mi contatta chiedendomi se poteva venire il giorno seguente con me a Guatapè, probabilmente non si sapeva muovere troppo bene tra bus, uber, cittadine colombiane. Neanche io del resto, ma comunque, proprio per quello che vi dicevo prima, viaggiare soli ci permette di mettere in pratica abilità latenti di nostra proprietà e poi diciamoci la verità, ora con la tecnologia è tutto molto più semplice.
Mi è venuto in mente quando a 19 anni visitai da sola New York prenotandomi solo il volo. A quei tempi si che era una vera e propria avventura viaggiare, senza agenzie e nulla di programmato.
Oggi tra lonely planet, booking e tripadvisor, possiamo essere quasi certi di dove andremo a finire.
Ad ogni modo rispondo a Cerry e gli dico che non c’è nessun problema, se posso aiutare qualcuno ben venga.
Facciamo il viaggio insieme in bus e prima di partire chiedo all’hotel, che ho prenotato per me, se ha una camera anche per lui, così si è trovato tutto organizzato.
Quando arrivava è felicissimo del posto e dell’hotel e gli dico che mi fa molto piacere, anche perché in parte mi sentivo un po’ responsabile, al che lui risponde, senza scherzare, “Eri al 100% responsabile”. Io lo guardo con occhi sgranati e le rispondo sorridendo “amigo sei adulto, non sei un bambino e io non sono tua madre”
Primo segnale di discrepanza. Comunque, il primo giorno fila tutto liscio, pranziamo in un bel posto, facciamo anche un giro in barca, un aperitivo nel nostro Hotel e anche se ci sono delle cose di lui che non condivido lo rispetto, ci mancherebbe, se non invadi il mio spazio non c’è problema.
Alla sera dopo una siesta, decidiamo di uscire a fare un giro. Lui è in ritardo, non di molto, ma mi tocca chiamarlo bussando alla sua porta. Seconda crocetta rossa (alla terza sei espulso).
Si lo sò sono molto selettiva, però ho dei valori e uno di questi è la puntualità. Per me il tempo è denaro, non in senso economico, ma d’importanza e quando viaggio ancora di più.
Quando usciamo scopriamo che Guatapè alla sera dopo le 22 in settimana, è abbastanza tranquilla. Con difficoltà troviamo un posto dove mangiare (se fosse stato puntuale forse ciò non accadeva). In tutto questo lui non si impegna minimamente, devo fare tutto io, una cozza insomma, di quelli che ti appiccicano.
Mangiamo in posto terribile e poi torniamo in hotel.
Lui non si è capito ancora se il giorno dopo vuole tornare a Medellin o si ferma ancora una notte a Guatapè, ad ogni modo gli dico che io l’indomani vado a vedere la pietra e se gli va bene partiamo alle 9, lui acconsente convinto.
La mattina mi sveglio e a colazione non lo vedo, nuovamente gli busso alla porta e lui mi dice che si sta preparando…
Senza andare troppo nei particolari, alle 9.30 ancora non era pronto, al che lo saluto e gli dico “bye bye, io vado”.
(il mio primo libro non a caso si intitola – ciao adesso io vado -)
Mi dice che tra 5 minuti è pronto, ma per me è scattata la terza crocetta rossa “eravamo d’accordo alle 9, sono le 9.30 e ancora non si sa se farai il check out all’hotel, scusa ma io mi voglio godere la giornata” e tra me e me penso anche che non sono andata fino a Guatapè per aspettare lui…
Ci rimane male, tanto che più tardi, quando mi incontra in hotel non mi saluta.
Hahahah, io rido come una pazza da sola perché il suo comportamento è proprio quello del bambino offeso.
Ovviamente mi godo l’incredibile giornata e nottata, potendo andare dove voglio senza dover rendere conto a nessuno.
Dopo la scalata della famosa Piedra del Penol, faccio un giro turistico della cittadina guidata da un tuk tuk. Pranzo in un ristorante vegano spettacolare, mi perdo tra le strade, come di solito faccio quando viaggio. Incontro Perry per caso con altre persone che erano di visita a Guatapè proprio quel giorno. Beviamo un caffè insieme e mi sento felice.
Al di là della vicenda in sé (capita viaggiando e vivendo di incontrare persone più o meno in sintonia con noi) quando alla sera sono a Casa Cuba, un locale meraviglioso un pò fuori dal paese, capisco che per me viaggiare sola ha un valore aggiunto.
L’ intuito si affina, i sensi si espandono ed il cuore si apre. Capisco che se tutto questo è condiviso con persone che amiamo profondamente e che sono in sintonia con noi è bellissimo, ma quante volte dobbiamo scendere a compromessi? Quante volte le persone aspettano che sia qualcuno a portarli da qualche parte o addirittura di avere una compagnia per andare in un posto?
Viaggiare è alchimia, pura magia, ancora di più di fare l’amore e non puoi farlo con tutti.
Fare l’amore se va bene dura qualche ora e se non ti trovi bene ciao ciao, ma un viaggio dura giorni, alle volte settimane e mesi.
All’età di circa 22 anni si distrusse una delle mie amicizie più importanti proprio dopo una vacanza.
Io quando vado nei paesi amo perdermi, viaggiare è una delle cose più importanti della vita e quando sono sola è come se mi conoscessi ancora di più.
Fatevelo un viaggio soli, almeno uno! Perché se non riuscite a stare con voi stessi persi nel mondo, non riuscirete a stare con nessun altro e in nessun altro posto e sarà molto probabile che la vostra compagnia sarà solo per paura e non per condivisione.
Non saprete cosa vuol dire sentirsi in un punto specifico del mondo solo con Dio, non riuscirete a sentire la sua voce che vi parla in infiniti modi perché sarete sempre concentrati su qualcun altro e non sullo spazio che vi circonda.
Viaggiare soli abbatte i muri della paura, sconfina le zone comode, ci permette di sentire che soli veramente non siamo mai. Possiamo percepire che siamo uno con il tutto, con il respiro dell’universo, con gli sguardi di quelli che sembrano sconosciuti. Ci fa sentire quali sono i nostri bisogni più intimi e che Dio è una cosa sola con noi.
Vi assicuro che se non programmerete nulla inizierete a credere nel fato e nel destino.
La foto dell’articolo è stata scattata in un fiume nella selva di San Rafael.
Ero sola e mi sono lanciata nuda in quell’acqua cristallina ed è stato come fare l’amore con tutto quello che mi circondava.
Nel frattempo sentivo la voce di mia madre che mi diceva “fai attenzione, se scivoli e picchi la testa…” ma quando riconosci che quelle paure non sono vere e non sono tue, diventi tu ed il mondo e non temi più nulla, neanche la selva con i suoi animali selvaggi perché li vedi come parte di te, come tuoi fratelli.
Non lasciate che la paura vi porti via
l’esperienze più fantastiche che possiate fare.
Cosa può succedere? Morire? Ma tanto è quello che prima o poi toccherà a tutti, nel frattempo sconfinate muri e oltrepassate confini…
With love
Radhika Ivanka