Non avrei mai pensato di scrivere su questo argomento, anche perché in passato vivevo questa parola come qualche cosa di terribile.
Ho 44 anni, sono single per scelta e diciamoci la verità, forse chi non ha figli come me, ha meno chiaro il concetto di quello che significa mettere da parte se stessi per gli altri.
Non a caso Yogananda attribuiva l’amore di una madre più vicino all’amore che Dio ha per i suoi figli.
Ma arriva un momento nella vita che il Dharma, ossia la giusta azione, ci chiede di essere presenti.
Sacrificarsi non significa punire sé stessi, ma vuol dire mettere da parte i nostri desideri più mondani per una causa più grossa.
In verità la nostra epoca non aiuta molto a comprendere cosa c’è dietro il rendere sacra un’azione, perché se ci pensiamo bene, siamo passati da un epoca in cui, le donne in particolare, si annientavano totalmente nel nome della famiglia oppure di un Dio punitivo e ricattante, ad un epoca che ci incentiva solo a pensare a noi stessi e al massimo alle persone a noi più strette.
Lo spiritualismo 2.0 con questi slogan del “ama te stesso”, “tu prima di tutti” e via dicendo non ci aiuta forse a mettere a tacere l’ego e a comprendere che se vogliamo evolvere spiritualmente, dobbiamo per forza metterci da parte, non conosco Santi egoisti.
Certamente volersi bene è una parte fondamentale della crescita, ma non dovrebbe essere fine a se stesso.
Essere sani, vitali e pieni di energia dovrebbe essere di fatto funzionale per servire al meglio il mondo e gli altri.
Come?
Ognuno il suo, si può servire facendo la cassiera al supermercato, il pescivendolo al mercato, facendo i medici, gli avvocati, i postini.
Se siamo delle brave persone e abbiamo etica stiamo servendo il mondo in ogni istante ed in tutto ciò che facciamo, perché di fatto tutti sono utili su questa terra e non solo chi ci sembra ricoprire ruoli importanti in apparenza.
Il Karma yoga, ossia il servizio disinteressato, è parte integrante della pratica yoga e non solo per alcuni.
Quando facciamo qualche cosa per gli altri in verità, lo stiamo facendo per noi stessi, nessuno ha veramente bisogno di noi, perché già solo crederlo è una trappola dell’ego stesso.
Se domani moriamo il mondo va avanti lo stesso. Togliamoci questa presunzione umana.
Ma il servizio, sacrificare il puro piacere nel nome di una causa più grande, purifica il nostro karma, brucia l’identificazione di noi stessi, annienta questa assurda arroganza di essere noi al centro del mondo e della nostra stessa vita, siamo una cellula nell’Universo ed il nostro respiro non dipende da noi…
Tutto quello che facciamo dovrebbe essere offerto, perché se c’è una cosa che ho capito in questo periodo, è che abbiamo due scelte in tutto ciò che facciamo, pensiamo e diciamo: creiamo Karma oppure Dharma, buona o cattiva azione, in tutto, anche nel più superfluo pensiero.
Lo Yoga aiuta a bruciare il karma e a non crearne altro ed il suo metodo è scientifico e nessuno è immune a questa legge, solo che spesso ne siamo inconsapevoli e ignoriamo completamente le leggi Universali, pagandone le conseguenze? Certamente si! Quello che definiscono inferno eterno è solo la conseguenza delle cattive azioni, pensieri e parole, ma il creatore di tutto è stato così buono con noi che ci dona infinite possibilità, ossia incarnazioni.
Prima ci risvegliamo e prima saremo immuni alla sofferenza, prima iniziamo ad applicare le sue leggi e prima ci libereremo dalla catena di morte e reincarnazione.
Se siamo in questa vita, in questo mondo e in questo corpo un motivo c’è e si chiama Karma, e questo è quello che insegna lo Yoga, la liberarcene.
IL POTERE DEL VERO YOGA, un percorso verso la reale felicità, dagli insegnanti di Pamhansa Yogananda
Con profonda devozione
Radhika