Musica consigliata per questo articolo Paramahansa Yogananda

I momenti che anticipano le celebrazioni religiose hanno un non so che di magico e mi succede sempre qualche cosa di toccante. Forse perché sono fortemente connessa al Cristo o forse perché sono giornate pregne di misticismo che spesso dimentichiamo e ci facciamo sfuggire.

In un certo senso percepisco la Pasqua quasi più importante del Natale.
Gesù è morto non in una maniera convenzionale, ed è anche risorto con un colpo di scena direi molto originale.

Ognuno può veramente trovarci quello che vuole davanti a questa immagine che ha infiniti significati, come infinita è la potenza del Cristo.

Questo anno ho riflettuto sul tema della rinascita, quello che per me ha sempre significato la Pasqua, ma questa volta sono andata un po’ oltre…

Cosa serve veramente per risorgere? Sembra semplice, ma in verità è la cosa più difficile: serve morire.

Come dice Krishna nella Bhagavad Gita “ Certa è la morte per chi nasce, certa è la nascita per chi muore”

Questo è il significato che quest’anno vedo: se vogliamo veramente rinascere dobbiamo veramente morire.

Molto spesso pretendiamo di avere delle vite nuove senza lasciare andare quelle vecchie. Impossibile e il Cristo ci dimostra anche come questo processo sia terribilmente sofferente.

Morire significa uccidere delle parti di noi che non servono più, che si tratti di cattive abitudini, comportamenti, attaccamenti. Bruciare tutto quello che non ci permette di andare oltre, in quella nuova dimensione tanto desiderata da noi ricercatori interiori.

Il sentiero spirituale è fatto di piccoli passi e ad ogni step bisogna lasciare andare qualche cosa dalla tasca dell’ego e dell’identificazione.

Spesso non sappiano quello che dobbiamo far morire di noi ed in quel caso è meglio affidarsi e chiedere “Sia fatta la tua volontà”

Noi ci identifichiamo con delle identità create dalla nascita, fatte di nomi, luoghi, persone che abbiamo frequentato, culture che abbiamo ereditato, ma chi siamo veramente dietro a tutte queste credenze? Chi è veramente colui che respira in noi, che osserva con gli occhi sensoriali e che pensa con questa mente incredibilmente potente?
Questa scoperta è un viaggio che dura una vita e più, perché non basta rispondersi, bisogna anche crederci e di quella credenza farne esperienza.

In un mondo che vuole raccogliere ed immagazzinare sempre di più immagini, oggetti, esperienze, parole, cose, sogni, proviamo in questa Pasqua invece a togliere, a minimizzare e ad andare all’essenziale. Proviamo a morire per vedere cosa rimane alla fine di tutto.

Cosa c’è se togli chi pensi di essere, il lavoro che svogli, le relazione che hai?
Chi sei se elimini i piaceri, gli hobby, le fantasie i pensieri?
Cosa rimane veramente al di là di tutto?

Rinascere significa dimenticare, lasciare andare, risvegliarsi come se ogni giorno fosse una nuova vita, una nuova possibilità per fare meglio, non apparentemente ma interiormente.

Rinascere significa smettere di dare colpe ed iniziare a prendersi la responsabilità di se stessi, della propria vita, dei propri tormenti e delle proprie gioie.

Il mondo esterno è una continua proiezione di quello interno: paure, dubbi, ire.
Rinascere significa virare, decidere di prendere in mano il controllo della propria mente, delle proprie emozioni.
Decidere di farsi guidare da quella Coscienza elevata chiamata in infiniti modi che per convezione qui soprannominiamo Anima.

Rinascere significa guardarsi terribilmente dentro, ammettere i propri errori, i propri capricci, le proprie illusioni.

Rinascere significa togliersi di dosso tutte quelle maschere costruite negli anni per ignoranza, paura e pigrizia.

Rinascere significa ammettere chi si è e dove si vuole arrivare.

Ti auguro la Pasqua più vera che mai e non ti auguro felicità se non è quello che devi vivere, ma ti auguro verità, trasformazione, coraggio, forza di volontà per Risorgere veramente.

Radhika

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