Ritiro, ritirarsi, ossia entrare dentro. Ancora a botta calda manifesto, esternando a parole quello che, questo ultimo ritiro nell’isola del mio cuore è stato per me. Quando si va da un’altra parte del mondo, in una zona a noi sconosciuta, uscendo da una zona, a noi sempre cara di comfort, in compagnia di persone conosciute e sconosciute, è come se si formasse una vita a se stante.  La parola stessa lo definisce: R I T I R O, ma ritirarsi da cosa? 

Da cio che ci è famigliare, da cio che ormai non riusciamo neanche piu a vedere, perché fa parte di una quotidianità quasi obbligata. Ritirarsi, potrebbe anche significare allontanarsi per un po da tutto, per avvicinarsi a Se. Qualsiasi cosa o forma possa prevedere un ritiro, comunque rimane un viaggio profondo alla scoperta di se stessi, per vedere quello che, nella vita di tutti i giorni è diventato talmente offuscato da non poter essere riconosciuto. Il ritiro diventa cosi una micro vita, il gruppo che si forma è come un grande corpo, formato da tanti corpi, che sono come cellule di una singola unità.

Le dinamiche, come per magia sono a specchio, legge d’attrazione, miracolo, caso, chi lo sa, fatto è, che sempre troviamo quella persona che ha le stesse nostre situazioni, ed è incredibile come alcune cellule di quel gruppo ci facciano vedere aspetti di noi che non vorremo affrontare, non vorremo vedere, e che da sempre ci neghiamo. Scegliamo di  “r i t i r a r c i”  perché fondamentalmente quello che vogliamo vedere non è qualche cosa che sta nella luce, quella parte la conosciamo già bene, quello che la nostra anima vuole sfrontatamente incontrare, è la nostra ombra. 

La mia migliore amica qualche giorno fa mi ha ricordato un principio molto saggio:  “Nulla di cio che ci accade è positivo o negativo”, solo la nostra interpretazione, il nostro giudizio ad esso lo trasforma in un polo, piuttosto che in un altro. Quello che ho riscoperto, imparato, apprezzato e gustato, in questa ultima esperienza accompagnata da un gruppo di donne carismatiche e con forti personalità, è stata proprio l’ombra, l’importanza della nostra zona oscura. 

Questo è stato il valore essenziale, che il mio primo viaggio a Bali mi fece scoprire. Siamo esseri e anime di Luce, è vero, ma se questa luce ha deciso di fare ancora l’esperienza nella dualità, è perché c’è qualche cosa che ancora dobbiamo affrontare, vedere, riconoscere,  e finalmente liberare. L’ombra è certamente scomoda, è dove vivono le nostre paure, le nostre limitazioni, le nostre angosce, l’ombra non è zona di comfort, e chi mai vorrebbe entrare in una stanza buia, senza finestre dove la sensazione è solo quella di non avere aria per respirare? Un masochista!

Ma di fatto, quelle stanze sono dentro di noi, e se non decidiamo di entrarci consapevolmente, si espanderanno sempre di piu, cosi che, un giorno, saremmo costretti, senza scelta, ad attraversarle, e la paura aumenterà, perché è lo stato che si manifesta in assenza di presenza e di coscienza. Quando entri in una stanza buia ti fa paura, ma piu ti addentri nella sua profondità, piu si accende in te l’abilità di vedere anche nel buio, ed è proprio in quello stato che scopri i tuoi tesori nascosti, sarebbe un peccato scappare, perché vorrebbe dire allontanarsi ad un passo da una delle tue piu grandi ricchezze.

Questo ritiro mi ha fatto riscoprire l’ombra, ho visto le ombre altrui, ho visto le mie, e quando le ragazze del ritiro sono partite ed ho avuto una settimana per metabolizzare tutto quello che era accaduto, mi sono tuffata impavida dentro quelle mie stanze oscure, puzzolenti, paurose. Cosa ho scoperto? Siete mai stati al buio per un po? Cosa vi è successo? Con il tempo si riesce a vedere. Sono riuscita finalmente a vedere quello che mi sono sempre negata, sono riuscita a vedere le mie pepite d’oro, perché i tesori sono sempre nascosti. Quando qualche cosa ci fa tremendamente paura, l’azione piu astuta da fare è osservare, andare da quel mostro, guardarlo in faccia, farci l’amore e capire finalmente, che quella zona ombrosa è la risorsa piu importante che abbiamo per fare di noi cio che siamo destinati ad essere.

Questo ritiro, queste magiche undici donne, l’isola del mio cuore e gli incontri mistici che sempre Mama Bali mi regala, mi hanno finalmente svelato cio che voglio essere, cio che sono, cio che voglio manifestare e cio di cui, ho terribilmente paura. Sapete dove ho trovato e scoperto tutto cio? In quelle stanze, dove non avrei mai voluto entrare. 

Non serve andare dall’altra parte del mondo per scoprirlo, ma serve andare dall’altra parte della paura, tutto il resto? Una grande scusa per non vivere la vita che l’anima vorrebbe. Tutto il resto sono scuse che l’ego, la mente ed i condizionamenti trovano, per tenerti imprigionato ad una sedia e renderti schiavo solo e solamente di te stesso.

R i t i r a r s i vuol dire guarirsi, vuol dire risanarsi, vuol dire fare un passo indietro per poi prendere la rincorsa ed esplodere all’ennesima potenza nella propria migliore versione. Qual’ è la propria miglior versione?  Quella che si sceglie, perché siamo Liberi e se non lo siamo è perché Scegliamo di non esserlo.

Il mondo sta andando veloce e non c’è piu tempo da perdere… Vai “r i t i r a t i”  e prenditi la vita che vuoi.

Radhika Ivanka

Villadossola, 14 Novembre 2019