Sono tornata in India dopo 8 anni, e anche se mancano ancora 10 giorni al mio ritorno, posso sinceramente iniziare a fare delle osservazioni su dove questo viaggio mi sta portando.
Ogni movimento esterno che compiamo, è consapevolmente o inconsapevolmente accompagnato da un movimento dell’anima che ricerca la sua naturale felicità.
Quasi sempre la mente, per come è stata abituata a pensare, analizza nella sua conoscenza duale di bene, male, mi piace , non mi piace, bello, brutto, buono e cattivo.
Quando ci sono momenti sfidanti nella nostra vita si tende ad avere un approccio solo analitico, senza ascoltare il cuore, ma poi, per grazia di Dio c’è la pratica, si, la pratica dello Yoga, che il cuore lo apre.
Tornare a praticare con insegnanti locali, mi ha ricordato la semplicità ed il motivo del perché si pratica.
L’essere umano è imperfetto, altrimenti non esisterebbe la sofferenza, e lo Yoga è quella disciplina che grazie all’insieme di diverse attitudini, ci consente di portare pace nella nostra mente e pace al nostro cuore, qualunque cosa accada attorno a noi, e non da meno, ci libera dal karma.
Lo so che nel mondo variopinto olistico questo viene confuso con : “fai ciò che vuoi, fai ciò che senti, fai ciò che ti rende felice”, ma la domanda è: siamo davvero sicuri e così saggi da sapere quello che ci porta veramente alla gioia eterna dell’anima?
Ho passato una settimana a Varanasi, con l’intenzione di andare almeno un giorno al Maha Kumbha Mela.
Ho fatto degli incontri speciali, meditato in posti indimenticabile, ma il caos, l’eccessivo fanatismo di fede cieca, la sporcizia, il traffico, l’inquinamento, la povertà estrema, come la follia umana, mi hanno portata negli ultimi giorni ad essere completamente destabilizzata, così ho saltato quella tappa.
Il viaggio di ritorno verso sud è durato 16 ore, praticamente come tornare in Italia, causa la cancellazioni di un volo e quindi la perdita di una coincidenza di un volo interno.
Avevo la febbre, ho preso due paracetamolo, e questa mattina, dopo aver dormito poco meno di 5 ore, mi sono svegliata con il sole ma poca energia dentro, comunque mi sono fatta forza e sono andata a praticare.
Dopo qualche esercizio di ricarica stavo meglio, e dopo la pratica lunga di asana (posizioni), nel mio Shavasana (rilassamento), ho avuto una percezione molto profonda, e mi sono ricordata il vero motivo della pratica.
lo Yoga ci riporta al centro, ci riporta a casa, ci riporta in quello spazio sacro interiore che è benessere spontaneo.
La vita ci sfida in ogni istante, e l’attitudine spontanea ed infantile è sempre quella di colpevolizzare qualcosa o qualcun’ altro del nostro disagio interiore, ma il viaggio dello yoga è un viaggio di responsabilità, dove non esistono buoni o cattivi, ma conseguenze. Lo Yoga fa calmare le acque del nostro oceano agitato, facendoci vedere con chiarezza le qualità Satviche (pure), della nostra anima.
Mi sono ricordata dell’importanza nello stile di vita, anche quello spesso travolto dagli eventi, dalla mondanità, da ambienti che ci circondano e che spesso non scegliamo con maturità e consapevolezza.
Mi sono ricordata che tutto muove energie: parole dette e ascoltate, il cibo, l’aria, quello che guardiamo, chi frequentiamo e quello che facciamo.
Non possiamo pretendere che una sola pratica alla settimana cambi la nostra attitudine, questo è il motivo per il quale ultimamente lascio le registrazioni delle lezioni, per praticare ogni giorno.
Non abbiamo tempo? Sinceramente, quanto tempo al giorno passiamo sui social? E soprattutto quanto tempo vogliamo dedicare alla nostra felicità?
Ma non si può neanche pensare che una pratica al giorno cambi il nostro modo di essere, che come detto all’inizio è imperfetto, altrimenti non ci saremmo incarnati su questo piano duale.
Questo è uno dei motivi per il quale ho trovato indispensabile rivedere gli Yama e gli Niyama, le attitudini, ricordandoci però che anche esse non sono sufficienti, se non accompagnate da posizioni, respirazione e meditazione.
Il lavoro della felicità è un lavoro minuzioso, alla fine semplice, ma che comporta un grande impegno, lavoro interiore, devozione, costanza, disciplina e alle volte rinunce per gioie più grandi.
Se fosse facile tutti sarebbero felici in questo mondo, mentre assistiamo ad un disagio sociale mondiale imbarazzante, dove non sappiamo più chi siamo, cosa stiamo cercando e dove stiamo andando, e mi spiace dirlo, ma ne siamo tutti responsabili, perdendoci in continuazione.
Spero che tutti noi possiamo trovare la via di una realizzazione vera, profonda e sincera.
Se vuoi, a marzo, inizieranno due percorsi, per coltivare pace nel cuore e nella mente, che spontaneamente ci porteranno a vivere ad un livello più profondo, sempre più vicini all’anima, ossia a Dio.
ANANDA YOGA Yama e Niyama, le attitudini yogiche.
RESTORATIVE YOGA con Suoni dal vivo, un viaggio nei Chakra
Ps. La foto è stata scattata davanti alla casa di Lahiry Mahasaya, Param Guru di Yogananda.
Om Lahiri Om.
Con amore e devozione
Radhika