Questa estate 2018 è iniziata con un viaggio alle Hawaii.
Negli ultimi anni, diciamo dal 2007, mi sono organizzata la vita in modo tale da potermi fare almeno due, tre mesi di viaggi all’anno, perché per me è importante, lo è sempre stato, già da quando ero bambina.
Per me viaggiare è nutrire l’anima, arricchire gli occhi ed espandere il cuore.
Da quando sono ragazzina ho viaggiato in lungo e in largo, ho visitato diversi paesi dell’Europa, dell’Africa, dell’Asia, dell’America del sud e del nord.

Negli ultimi anni però i miei viaggi sono stati per di più ispirati da una ricerca interiore.
L’india, la Thailandia, l’Indonesia, sono stati viaggi non a puro scopo turistico, ma inerenti a studi e ricerche di alcune discipline interiori.
Questo ultimo viaggio nelle Isole delle Hawaii, in particolare nell’isola di Oahu, è nato come un approfondimento della lingua inglese.
L’inglese è un idioma che utilizzo molto viaggiando e anche seguendo corsi di yoga con insegnanti internazionali, così, considerando che volevo migliorarmi, ho deciso di fare un corso in un posto speciale e perché no: alle Hawaii.

Di base mi sono collocata ad Honolulu, che in verità, anche se uno non se l’aspetta, è una vera e propria città Americana, per fortuna mi sono prenotata un alloggio a Kaimuki, una bella zona residenziale fuori dal caos di Waikiki.
Tutto è molto delizioso qui: il mare una favola, la scuola divertente, la casa dove vivo è molto bella, in questo momento sto scrivendo davanti al suo piccolo laghetto, circondato da piante colme di papaye e pomeli.
Il mio coinquilino, non che padrone di casa, è un giovane surfista, biondo, con gli occhi azzurri ed il fisico scolpito, anche se all’inizio non è stato molto caloroso nel suo benvenuto, devo dire che con il passare dei giorni si sta mostrando sempre più gentile e poi oggettivamente meglio cosi che un macho invadente.

Nonostante tutto sia terribilmente perfetto, nella prima settimana c’era qualcosa che non mi convinceva, non so come dire, ma in questo viaggio non mi sentivo a mio agio.
Appena arrivata, mi sono iscritta in una scuola di Yoga, che già avevo visto in internet, praticando tanto ogni giorno con diversi insegnanti, ho capito perché questo viaggio non mi stava scivolando addosso comodo come volevo.
Partiamo dal presupposto che una vita spirituale non è sempre tutta in discesa, anzi, molto spesso è una bella salita che ci porta verso la vetta del nostro grande Sé e queste difficoltà si mostrano ancora di più quando siamo nel mondo “di fuori”.
Troppo facile essere felici e contenti tra le proprie quattro mura di casa, ma essere spirituali vuol dire anche vivere questa profondità ovunque, nella vita di tutti i giorni e anche in contesti meno elevanti.

Quando scelgo posti e destinazioni che hanno come fine ultimo la ricerca interiore, mi trovo circondata da persone, bene o male simili a me, che come unico scopo hanno la crescita spirituale, il miglioramento del proprio sentiero interiore e la curiosità sempre accesa di avvicinarsi alla propria unicità divina.
Questo viaggio invece, mi ha portato ad una ricerca, se vogliamo, un pò più materialistica, non c’è nulla di male in tutto ciò, ma ovviamente ho capito che l’ambito in cui sono capitata non è quello della ricerca interiore.
Mi è stato molto chiaro tutto ciò frequentando la scuola di Yoga, perché li mi sono veramente sentita a casa, a mio agio, circondata da anime amiche.

In questo viaggio sto capendo molto di me, sto capendo molto di ciò che non avevo capito sino ad oggi.
Spesso riusciamo a comprendere degli aspetti della vita e del nostro carattere solo quando ci misuriamo con ciò che non ci appartiene più, un pò come riuscire a riconoscere il bianco quando è ben affiancato al nero, non so se mi spiego.
Una cosa, la riesci a catalogare e a definire solo quando riconosci il suo opposto.

Questo viaggio mi sta facendo veramente capire quanto sono cambiata in questi anni.
Una volta adoravo le grandi città, i grandi magazzini, le spiagge con la musica e le luci; adesso ricerco il silenzio, la natura, mi piace stare in compagnia di persone ispiranti ed elevanti, per me, spiritualmente.
All’inizio pensavo di essere nel posto sbagliato, ed invece capisco che anche questa esperienza mi sta veramente insegnando molto, oltre che a migliorare il mio inglese, ovviamente.

Domani sarà una giornata completamente dedicata alla pratica: avrò una lezione di Anusara la mattina, un workshop sul risveglio femminile il pomeriggio e la sera una meravigliosa Ecstatic Dance in un diverso centro Yoga.
Quello che cerchiamo, quello che ci appartiene veramente lo possiamo ritrovare ovunque, basta cercare e chiedere.
Questa mattina mi sono svegliata con un terribile mal di testa, mi succede quando viaggio molto, perché tendo a fare troppo, il corpo si stanca e chiede riposo, così mi sono presa una giornata di completo relax, che mi ha anche permesso di scrivere questo articolo.
Non avevo antidolorifici da poter prendere allora ho colto l’occasione di andare a fare un massaggio shiatzu, in uno studio qui vicino a casa: ho ricevuto un trattamento splendido, conosciuto una persona molto bella e finito il massaggio stavo benissimo

Questo mi ha insegnato ancora una volta che bisogna ascoltarsi sempre, nel profondo, senza mai avere paura di mostrarsi per come si è, perché siamo essere splenditi, perfetti così come siamo e la sofferenza nasce solo quando non ascoltiamo la nostra natura Divina, ossia il nostro cuore.
Ricorda di: non tradirti mai.

Namastè

Honolulu Kaimuki, 13 Luglio 2018