Hai presente quando parli con qualcuno e le parole non fluiscono?
Ti senti a disagio, oppure senti che non puoi essere completamente te stesso per paura di essere frainteso.
Si esatto, quella sensazione li l’abbiamo avuta tutti almeno una volta nella vita.
Spesso chi fa percorsi personali, si sente dire che gli altri sono solo uno specchio di come ci sentiamo dentro.
Ma allora perché non tutti ti fanno sentire cosi?

Io sono arrivata ad una mia evoluzione di questo pensiero, dico evoluzione invece di conclusione perché credo che niente sia mai finito e concluso, ma se mai aperto ed in espansione come una spirale.

Tempo fa, quando la mia autostima non esplodeva alle stelle, continuavo a circondarmi di persone che mi facevano sentire a disagio, o meglio, più una persona mi faceva sentire inopportuna, fuori luogo, più la sua attenzione non era catturata dalla mia e le parole non fluivano nella conversazione, più cercavo e sforzavo la relazione.

Sempre per questo discorso degli specchi, pensavo che lavorando sul rapporto con quella persona, avrei risolto qualche cosa in me.
Infinite pippe mentali del perché e del per come quella persona non mi calzava a pennello.

Oggi il mio pensiero e la mia interazione sono ben diverse.
Hai presente quando ti vesti e abbini due colori che stanno malissimo?
Be, non sai spiegarti il motivo, ma di fatto non li abbini semplicemente perché insieme fanno schifo, punto e basta.

Oppure, rimanendo sempre in tema di outfit, quando abbini due indumenti che magari di colore stanno pure bene,
ma la forma o il tessuto tra di loro non centra nulla, ti è mai capitato?
A me si, e di solito sono quelle giornate che iniziano con l’avere una montagna di indumenti sulla sedia…

E la musica? Ci sono miriadi di generi musicali: canzoni, composizioni, brani scritti e cantati eppure non per tutti hanno la stessa nota, lo steso impatto.
C’è chi impazzisce per il rock, chi per la lirica, chi per il jazz, e all’interno di ogni genere ancora più specifici, ci sono cantanti e brani.
Io non credo che sia solo una questione di gusti, ma di vibrazioni, esattamente come le persone.

A chi non è successo di incontrare un ex e di pensare “mio Dio come faceva a piacermi quella persona!”

Bè, a suo tempo, probabilmente la tua vibrazione e la sua erano simili.
Io non credo che quando ci sentiamo a disagio con qualcuno dobbiamo per forza trovare quello che non va in noi
o in loro, ma penso semplicemente che quella persona non vibri alla nostra frequenza, come i vestiti, come la musica.

Ben diverso se invece suscita emozioni importanti come: rabbia, forte attrazione o repulsione, odio, rancore, irritazione, allora in quel caso la persona ci fa vedere qualche cosa che in noi non vogliamo riconoscere, ma in questo articolo mi riferisco a quelle persone che non suscitano una particolare emozione, se non un disagio, un fuori luogo.

Alle volte ci sono delle persone che ti fermano per strada, ti salutano come se avessero qualcosa da raccontarti, ma poi in realtà rimangono li a guardarti senza dirti nulla e si sviluppa una sorta di imbarazzo, in questo caso, se non c’è niente da dirci non diciamocelo e basta!

Siamo sinceri: non siamo per tutti e per fortuna!
In realtà credo veramente che il disagio sia un potentissimo radar, una forma istintiva, intelligente che la nostra anima ha per dirci: guarda che qui non centri nulla, vai da un altra parte!

Invece no, noi alle volte ci ostiniamo pensando di dover cambiare qualche cosa di noi o ancor peggio degli altri.
Se con una persona mi sento a disagio, le parole non mi fluiscono: basta, si vede che non c’è niente da dirsi, non è una persona con la quale interagire, non c’è scambio, non c’è energia che fluisce.

Ci sono delle persone che ti fanno stare bene solo al loro pensiero, mentre altre che solo l’idea ti fa venire l’ansia!
E allora scegliamo con chi stare, chi frequentare, a chi dedicare il nostro prezioso tempo, senza più perderne dietro a situazioni inutili che se sforzate, spingendoci e a non riconoscere più chi siamo veramente.

Namastè
Villadossola, 6 ottobre 2018