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Qualche settimana fa le mie nipotine, come altre volte, insistevano:
”Dai zia, fai un bambino!”
Avevo sempre sorvolato l’argomento, ma quel giorno ho pensato, fosse venuto il momento di dire loro la verità.

“Bimbe, prima di tutte ci vuole un compagno, e poi sapete, la zia non può avere bambini”
“Oh, e come mai zia?”
“Va bene facciamo un po’ di educazione sessuale…”

Ascoltavano curiose, argomenti che probabilmente già conoscevano, ma poi ho esordito dicendo loro:
“La zia è andata in menopausa a ventisette anni, sapete cos’è?”
“No”

Come potevano saperlo, neanche io lo sapevo alla mia età, figuriamoci alla loro, che hanno rispettivamente dieci e dodici anni…

Volevo intitolarlo così il mio primo romanzo, come il titolo di questo articolo, ma sembrava troppo diretto, mi sembrava di svelare già il finale, e poi il mio primo libro è una storia altamente romanzata, colorata, un racconto di profondo cambiamento interiore, nato dalla spinta di un grande disagio.

Se guardo indietro, tutte le grandi sfide, si sono rivelate, momenti di grandi svolte.
Quando a ventisette anni, quel ginecologo mi diede la diagnosi, rimasi paralizzata, menopausa?
Ne avevo sentito parlare, si… Ma non prevista a quell’età.

Dopo mesi di sbarellamenti emotivi e psicologici, inizia a fare delle ricerche, iniziai a leggere diversi libri sull’argomento, studiavo diverse fonti, volevo comprendere, meglio sotto vari punti di vista e sfumature, quale significato poteva avere, quella fase nella vita di una donna ed in particolare nella mia.

Mi avevano prescritto una cura sostitutiva ormonale per tutta la vita, una pastiglietta per tutti i giorni, dai ventisette anni in poi.
La feci, forse per un mese, poi smisi, mi sembrava tutto così poco naturale.
Ogni anno la mia ginecologa mi fa la stessa domanda:
“La cura la stai facendo?”
“Mhhh… ancora no”

Forse sono azzardata, certo è che, secondo allarmismi vari e alcune previsioni, adesso, dopo tredici anni, avrei dovuto essere come un’anziana di ottanta: rugosa, senza capelli e con le ossa rotte dall’osteoporosi.

Non voglio dire che il mio corpo non è cambiato, delle differenze ci sono e ci sono state, ma ho sempre cercato di stare attenta: mangiare bene, muovermi, stare al sole, non fumare, non eccedere con l’alcool, ho accettato piano, piano l’idea di essere diversa dalle mie coetanee.

Ho iniziato a fare una vita più consona a me stessa, in linea con la mia anima. Ho sempre pensato che la natura è perfetta cosi com’è, così mi sono affidata all’intelligenza del mio corpo.

Molti medici, a suo tempo mi promettevano, che se avessi voluto dei figli, un modo lo si sarebbe trovato.
Per una donna sapere di non poter scegliere, non è il massimo, ma dopo un paio di anni compresi l’evento e sentii nel profondo del cuore, che Dio, aveva scelto per me.

Ci sono delle cose nella vita che possiamo cambiare, altre no.
Non abbiamo il diritto di modellare la natura a nostra immagine e somiglianza, ma se mai il contrario.

A distanza di tempo, imparando a conoscermi meglio, credo profondamente che, la scelta del mio corpo sia stata saggia per la vita che conduco felicemente ora.
Soddisfo il mio senso di generosità, donando a bambini bisognosi in India, una terra, che ha cambiato per sempre la mia vita, come la menopausa.

Per molto tempo ho tenuta questa diagnosi segreta, come se dovessi vergognarmi, poi ho sentito che molte donne vivono questa fase della loro vita inconsapevolmente, impaurite da ciò che le viene detto, raccontato, alle volte anche attraverso leggende metropolitane, senza in verità scoprire, quale viaggio meraviglio è il corpo umano.
Chissà perché associamo sempre cambiamento a deperimento, terrore, morte.

Non pensiamo che la vita sia semplicemente intelligente, magica?
Non pensiamo che ci sia una saggezza antica che manda avanti questo mondo, questa galassia, questo Universo?
La vita e la morte, come la natura, sono perfette cosi come sono, bisogna accettarle, bisogna amarle, perché sono parte della stessa realtà.
Bisogna imparare a comprendere che ogni trasformazione, porta in se un profondo cambiamento e lo fa per la nostra evoluzione.

Se non mi fosse successo quel fatto, tredici anni fa, non sarei la donna che sono oggi, non sarei diventata un insegnante di yoga, non avrei scritto due libri, non avrei viaggiato così tanto, non avrei lasciato un lavoro sicuro che non mi piaceva, per qualche cosa d’incerto che amo.
Non mi sarei presa dei rischi.

Bisogna accettare ogni sfida che la vita ci offre, con serenità e pace nel cuore, perché la vita è intelligente e lo è da milioni e milioni di anni, lo è molto più di noi.

Qualsiasi sia la sfida che stai vivendo, perché la stiamo vivendo tutti oggi, prova ad affidarti, a dire “Si vita, grazie!” mi stai insegnando qualche cosa di prezioso, che forse ancora i miei occhi non riescono a vedere, mi affido a te, perché sei intelligente e lo sei sempre stata.
Grazie vita per questa opportunità!

Quante cose stiamo scoprendo in questa quarantena, quante illusioni stanno crollando, quante idee futili si stanno sgretolando, su come la vita doveva essere secondo i nostri piani, mentre ci sta mostrando avere un’intelligenza propria.
Perché non ci affidiamo invece di resistergli?

Questo momento mi ricorda un po’ quella diagnosi di tredici anni fa:
“Sei in quarantena”
“Come scusa, quarantena? E cosa vuol dire?”

Nessuno di noi lo sa, nessuno di noi ci è mai passato prima, è un evento collettivo nuovo per tutti, ma invece che farci prendere dallo sconforto, invece che farci prendere dal panico, dalle critiche, dalle accuse, dalle rabbie, uno contro l’altro, non potremmo viverla come una grande avventura, come un gioco, come Benigni nella vita e bella?

Anche io all’inizio mi sono arrabbiata per tutto ciò, è normale, umano, ma poi, dopo un paio di giorni chiusa in casa da sola, ho iniziato a comprendere che questo tempo ci può servire per guarire l’anima, possiamo prenderci questo spazio come un regalo Divino.
Un momento per rivedere la nostra vita: stiamo facendo quello che ci rende felici, o per lungo tempo ci siamo accontentati, rimanendo addormentati?

A distanza di tempo, ho capito che la menopausa precoce è stata una delle benedizioni più grandi della mia vita.
Oggi credo fortemente che quello che sta succedendo, lo sarà altrettanto, per ognuno di noi, se lo sappiamo cogliere.
Forse ci porterà ad essere umani migliori, a sprecare meno tempo, a lamentarci meno, ad essere più coraggiosi, lasciando quelle effimere sicurezze alla quale ci siamo aggrappati per tanto tempo.
Forse capiremo che non amiamo più il marito o la moglie che ci stanno affianco, oppure che li amiamo alla follia, forse sentiamo di voler trovare un lavoro nuovo, vivere in un altro paese, magari abbiamo riscoperto l’amore per i nostri cari, l’amore per questa patria.

Questa quarantena è una lente di ingrandimento sulle nostre vite, un opportunità per comprendere e cambiare.

E’ venuto il momento di una grande svolta per ognuno di noi,
non perdiamo l’occasione, e non aspettiamo quando sia finita, iniziamo ora.

Come dice il mio Guru:
“Siate desti e pronti alle sfide della vita!”

Om Guruji

Radhika Ivanka

Covid-19, 24 Marzo 2020