Canzone consigliata per questo articolo “Comuna 13 di Rapza

Finalmente questo anno sono riuscita a visitare Medellin, la città dell’eterna primavera, anche se purtroppo nel mondo non è conosciuta per il suo clima perfetto, la sua natura dirompente e per il suo popolo Paisa, così chiamato perché lavoratori della terra e forse tra i più amabili della Colombia.

Appena sentiamo il suo nome ci viene in mente il suo abitante più conosciuto al mondo, che non è Karol G, ne tanto meno Botero, ma bensì Pablo Escobar.

Negli anni 80 il Time la definisce la città più pericolosa al mondo e come non crederci.

Io sono venuta in Colombia la prima volta quando avevo 14 anni e da allora ci sono tornata varie volte ed era impensabile, in quei tempi, che una ragazza sola viaggiasse all’interno del paese sia con mezzi privati che pubblici.
Dopo il 2012 sono passati 9 anni da quando poi ci ho rimesso piede e quello che ho trovato nel 2021 è stato un paese in piena rinascita.

Oggi Medellin è una delle città più sicure di tutta la Colombia, non solo grazie alla cattura di Pablito e l’estirpazione di alcuni gruppi guerriglieri, ma grazie soprattutto alla volontà del suo popolo che non ha più voluto cedere a compressi scomodi e questo cambio epocale lo possiamo chiaramente vedere nella storia della Comuna 13.

La Comuna 13 è un quartiere di Medellin che ad oggi conta all’incirca 60.000 abitanti, questo per darvi l’idea della sua grandezza.
Rimane ad un altezza di 1.600 metri, quindi a circa 100 metri di dislivello rispetto al centro città, che si trova a 1.495 mt., ma perché ha acquistato questa enorme importanza e attrattiva turistica?
Perché la sua storia è toccante e allo stesso tempo estremamente sconvolgente. Se la si visita si può guardare negli occhi le persone che hanno vissuto vero e proprio terrore, ma anche e soprattutto si può respirare la sua aria di rinascita e riscatto.

All’incirca del 1982 il gruppo armato Farc, decide di installarsi proprio in essa per vari motivi: uno era distante dal centro città, quindi potevano averne totale dominio e controllo, 2 era un punto strategico per il narcotraffico, proprio perché da quella zona si può comodamente avere accesso al Golfo de Uraba.

In molti siti è riportato che l’organizzazione fosse connessa ad Escobar, mentre invece lui in quel contesto non c’entrava, aveva già altro da fare…

Per integrarsi completamente nel luogo e arruolare “personale” la Farc decide di fare leva sui bambini. Ogni famiglia che aveva almeno 2 figli doveva consegnarne uno al gruppo armato e se non lo faceva, il figlio in questione veniva restituito morto.

I bambini venivano addestrati in un campetto sportivo che oggi è un campo da basket, dove come memoriale vi sono attaccate delle scarpette da tennis di ragazzini ai fili della luce, ma non solo, nello stesso luogo venivano uccisi e restituiti alla madre in un sacco dell’immondizia se non ubbidivano.

Ma perché proprio i bambini? Bè facili da gestire, manipolabili e soprattutto non perseguibili dalla legge come un maggiorenne e se venite a Medellin vi rendete conto di come un bimbo possa scappare facilmente e velocemente nei suoi stretti vicoli nascondendosi ovunque. Per di più veniva somministrare loro la giusta dose di cocaina per quando andavano all’attacco e vi lascio immaginare cosa possa diventare un bimbo sotto l’effetto di questo terribile stupefacente.

Ma perché il governo non intervenne subito?

Erano gli anni di Pablo Escobar e la Colombia stava vivendo uno dei periodi più bui e oscuri della sua storia.
El Padron, così chiamato dalla sua comune (la numero 9) aveva il potere sull’intero paese. I suoi soldi muovevano politici, capi di polizia, giornalisti, non comandava il presidente ma Pablo e quindi chi era nella lotta dello sradicamento di questo malessere era concentrato interamente su di lui.

Dopo la sua morte però, il presidente in carica che decide di cambiare le cose, Alvaro Uribe Velez (con 2 mandati 2002-2010), invia 5 poliziotti in borghese nella comune per vedere che aria tirava.
Ebbene, quando i poliziotti giungono alla comune vengono notati da un bambino di 9 anni che vede sotto la giacca di uno di loro una pistola e così, sotto l’effetto probabilmente di coca, spara e ne uccide 2 all’istante.

I tre poliziotti rimasti vivi riescono a nascondersi e cercano una trattativa che dura più di un’ora perché il bambino li vuole uccidere. Ai tre non rimane scelta: o farsi sparare o sparare a loro volta e purtroppo scegliendo la seconda opzione, non riescono solo a ferirlo.
Uribe si rende conto di quanto la situazione sia del tutto fuori controllo e finalmente decide di intervenire.

Le operazioni che tenta sono 5, 4 fallite e l’ultima che prende il nome di Orion (come la costellazione) che pare abbia successo, anche se per questa serve un notevole compromesso.

Uribe è consapevole che solo con l’esercito e la polizia non riuscirà a sradicare la Farc dalla Comune e quindi decide di arruolare un altro gruppo para militare, la Eln, i quali però, vogliono un milione di pesos (all’incirca 200 euro ad oggi) per ogni guerrigliero ucciso. E’ così che nasce il termine di Falso Positivo, che non ha nulla a che vedere con il covid, ma che tra poco vi spiego che cosa significa.

Il quinto attacco ha come data il 16 ottobre del 2002, riportata in quasi tutti i murales della Comune, perché da quel giorno la storia di Medellin cambia.

Il gruppo Eln chiude il passo di fuga in alto, mentre militari e polizia alle 3 della mattina fanno irruzione nella Comune entrando dalla parte bassa del bario.

Purtroppo Uribe capisce che avere a che fare con un altro gruppo armato avrebbe avuto il suo prezzo. Loro sparano indiscriminatamente su tutti: guerriglieri e non. Per guadagnare quel milione di pesos cambiano i vestiti ai civili mettendogli quelli della Farc, ed è così che nasce il termine falso positivo, ossia falso guerrigliero morto.

Alla fine dello scontro, che vi lascio immaginare quale massacro possa essere stato, pare che l’obbiettivo sia stato raggiunto. La Farc lascia definitivamente la Comune, anche se c’è un però…
Il gruppo armato Eln decide si instaurarsi a sua volta, perché mai lasciare un posto libero quando si ha vinto la battaglia?

Ma qui arriviamo al punto di svolta della storia.
Un personaggio chiave, alla quale sono stati dedicati diversi murales, ossia un semplice abitante della Comune, decide che è venuto il momento di ribellarsi, di dire di no e di non assecondare più per paura tutta quella follia, il suo nome è Hector Kolacho.
Ovviamente con maggiore appoggio anche da parte del governo si da una svolta a questo quartiere che oggi, per tutto quello che è successo è diventata una delle attrattive turistiche maggiori della città.

I cittadini della comune guidati da Hector, decidono di ridare vita al quartiere iniziando a chiamare bambini e ragazzi a dare sfogo alla loro creatività attraverso quello che più caratterizza il popolo colombiano: arte, ballo e musica.
Vengono ingaggiati artisti che ridisegnano i muri con graffiti che raccontano la storia di quegli anni, ma anche la sua trasformazione.

La musica da vita ad ogni angolo delle strade, come i balli che chiamano l’attenzione di turisti di tutto il mondo che ad oggi possono salire tutta la comune con una scala mobile alimentata a pannelli solari.

Diversi artisti famosi, come Karol G, hanno girato i loro video proprio del campo da basket menzionato prima, per trasformare ciò che è stato e ricordare per non ripetere.

Io mi sono emozionata a sentire questa storia, mi sono lasciata trasportare dai loro sorrisi e dalla loro voglia di identificarsi come popolo autoctono e non più conosciuto al mondo solo per nomi come narcotraffico, guerriglia ed Escobar.

E’ un passato che vogliono cancellare e sanare.

La comuna 13 ci insegna due cose importantissime, uno: qualsiasi tipo di male può essere trasformato in bene,
due, il potere del popolo è molto più forte di qualsiasi governo, perché senza la loro volontà non ci sarebbe mai stato questo cambio epocale.

La Colombia è un paese straordinario, dove convivono diverse etnie di popoli indigeni che conservano ancora saperi ancestrali autentici, contiene in sé parte dell’ Amazzonia, il massiccio della Sierra Nevada, oceano atlantico e pacifico, isole, costa caraibica, fiumi, ghiacciai, città meravigliose e un popolo incredibile.

Se pensate che la Colombia sia solo coca e guerriglia sappiate che è come pensare che in Germania siano tutti nazisti o in Italia tutti mafiosi e soprattutto non avete idea di che viaggio incredibile vi state perdendo.

COMUNA 13 e COLOMBIA SIEMPRE EN MI CORAZON, TE QUIERO MUCHO

Ps. L’articolo potrebbe contenere delle imprecisioni (mi scuso se così fosse) ed è stato scritto con l’aiuto della guida che mi ha accompagnato nella comune 13, Miguel Angel Almera, infinitamente grata del tuo sapere e dell’amore per la tua terra.

With Love
Radhika Ivanka

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