Ultimamente mi sono successe delle situazioni di carattere interpersonale davvero imbarazzanti..
Mi stupisco, quando tra adulti sento dire le parole “Mi sta antipatico quello li o quella la…, “Sai quella o quello ha fatto o ha detto…”
Insomma quel chiacchierio alle spalle delle persone che non conosciamo poi neanche cosi tanto bene.
Siamo abituati a giudicare lo facciamo in ogni istante: “Mi piace, non mi piace”, lo facciamo con il cibo, con le cose e aimè lo facciamo anche con le persone.
Per la Pasqua di questo anno, che considero un momento dell’anno veramente molto importante, in cui possiamo nascere e rinascere, decidendo di lasciare andare aspetti di noi che non ci appartengono più, ho scelto di abbandonare, con sforzo, perché spesso è un automatismo, il giudizio verso quelle situazioni e persone che ancora non comprendo.
Certo è facile decidere di non giudicare ciò che amiamo o che rientra nella nostra sfera, ma immaginiamo di dover non giudicare tutte quelle persone che non risuonano per niente con noi… Bella sfida!
L’ispirazione mi è venuta osservando gli altri, che ovviamente ritengo essere sempre un aspetto ed uno specchio di me.
Sono state due le situazioni che mi hanno dato il la a queste riflessioni.
Una mi ha toccato personalmente; una sera, ad una cena di persone che frequento poco, una ragazza seduta al tavolo con me, interviene dicendo espressamente che le sto antipatica.
La cosa mi ha lasciata molto perplessa, perché io questa persona neanche la conosco bene ed in più lei mi era anche simpatica, voglio dire, per quel poco che potevo averla frequentata.
Dopo pochi giorni, ad un’altra tavolata di amici, una persona a me cara, parla male, di un’altra che mi è altrettanto cara.
Siccome rifletto sempre del perché ci accadano certe cose e quale messaggio hanno in serbo per me, ho iniziato ad osservare queste due situazioni, non come giudizio verso queste persone, che possono dire male di me o di un’amica, ma su cosa c’era in me che vive e si riflette anche in loro. Osservando mi sono rivista: quante volte con un pensiero, con una parola giudico gli altri, senza magari conoscerli.
Pensiamo a quando sentiamo una notizia ad un telegiornale su un assassino, un poco di buono e subito, quasi in automatico, parte il giudizio.
Ho capito che questo limita, l’ho capito osservando gli altri.
Ho pensato a come questa persona, giudicandomi come “antipatica” abbia chiuso una porta, non vedendo che anima meravigliosa e generosa sia, considero fortunate le persone che mi conosco, non perché sono arrogante, ma perché so quanto posso dare all’interno di una relazione..
Ho pensato a come quella mia amica, buttando un giudizio su un’altra persona, si sia chiusa la porta nel conoscere un’anima incredibilmente speciale.
Il giudizio ed il pregiudizio limita, non c’è storia che tenga, è un muro che sollevi e che non ti fa vedere l’infinito, la miriade di possibilità che la vita ti può dare.
Si perché se giudichi una persona alla fine questa attitudine c’è l’hai anche con la vita, che magari ti sta offrendo un’opportunità incredibile ma tu non la vuoi vedere perché “non ti piace”.
Non è semplice, ma proprio per niente, perché la mente è cosi abituata nel catalogare, nel scegliere che questo giudizio inizia in automatico, ed in effetti il “non giudizio” va allenato.
Non vuole dire non avere gusti, non avere idee, ma semplicemente non schierarsi da un lato o da un altro prendendo posizioni, perché tutto può’ cambiare.
Il giudizio è come se ti facesse stare sulla sponda di un fiume, perché preferisci il destro o il sinistro, ma questa decisione ti lascia bloccato e non ti fa fluire, viaggiare, esplorare il paesaggio lungo lo scorrere del fiume, insomma non ti fa vivere!
I gusti cambiano, le persone cambiano, le situazioni cambiano e che senso ha dare un giudizio, perché anche questo cambia.
Veramente credo che ogni essere umano abbia la sua storia, la sua verità, le sue sconfitte, i suoi traumi e quello che siamo è anche il frutto di quello che abbiamo vissuto, come faccio ia giudicare qualcuno per com’ è, senza aver vissuto la sua vita?
Il fatto altrettanto grave è che questo giudizio l’abbiamo anche nei confronti di noi stessi e questo limita incredibilmente la nostra verità, le nostre infinite possibilità, la nostra libertà di essere ciò che siamo e ciò che vorremmo.
Come si fa ad essere liberi se si è condizionati da un pensiero?
Come si fa ad essere liberi veramente se non lasciamo che gli altri lo siano altrettanto?
Questo accade ovunque, anche in certi cammini spirituali, dove si giudica cosa sia giusto o sbagliato, credo che non funzioni cosi.
Alle volte ad alcune persone serve fare esperienza profonda dell’ombra per capire che la strada migliore è dall’altra parte, quindi non c’è giusto o sbagliato ma solo una via, che prima o dopo ci condurrà ad un’unica verità: l’amore, solo e sempre l’amore.
L’ Amore è la fonte dalla quale veniamo, è la meta dove siamo diretti e se viviamo nel giudizio saremo sempre lontani da quella pienezza.
Ho deciso che voglio vivere cosi, con sforzo, con inciampi ma libera dal giudizio e inondata dall’amore verso tutti, perché quando queste barriere mentali mi cadono, vedo solo anime amiche, vedo solo libertà, crescita e anche il mio peggior nemico può diventare una persona che amo.
La verità è che la nostra anima non conosce barriere, non conosce limiti, quando siamo nel giudizio siamo nella mente che mente, siamo nell’ego che ci fa soffrire, siamo dove non siamo noi veramente, perché noi siamo fatti di solo e puro Amore che barriere non conosce.
Namastè, l’Anima e l’Amore infinito che è in me, si riconosce nell’Anima e nell’Amore Infinito che vive in te.
Villadossola, 8 Aprile 2018