Continuiamo questo viaggio meraviglioso verso l’amor proprio, che come abbiamo visto, non deve essere un amore egoistico, ma piuttosto un amore espanso, universale, cosmico.
Più ci sentiamo connessi con la fonte di questa sorgente infinita, più comprendiamo che l’amore è la nostra sostanza, la nostra vera natura.
Quando ci sentiamo feriti, traditi, delusi, siamo solo alimentando la nostra parte egoica, mentale, che sempre si mette nella prospettiva di dover ricevere qualche cosa in particolare.
Oggi però, ispirata da una collega tantrica, conosciuta in uno dei miei tanti viaggi, voglio esprimere un concetto legato all’ amore e al piacere.
La nostra cultura, per varie questioni, è legata al concetto del sacrificio, alla penitenza, al purgatorio, alla sofferenza.
Quante volte abbiamo sentito la frase “prima il dovere e poi il piacere”.
Ma come si può amare e amarci quando, quello che facciamo non piace o addirittura è un supplizio?
Quante volte ci siamo sentiti in colpa per fare qualche cosa di piacevole?
Quante volte pensiamo di meritarci qualche cosa, solo perché precedentemente abbiamo patito le pene dell’inferno?
La frase “adesso me lo merito proprio” non te la sei mai detta? E se il concetto di base fosse invece, “me lo merito a prescindere”?
Per me il piacere dovrebbe essere un dovere e non la sua conseguenza.
Siamo talmente abituati a passare la maggior parte del tempo a fare cose che non ci piacciono, che poi nel tempo libero ci sentiamo meritevoli di provare piacere, ma non potrebbe essere la vita tutta un piacere?
Se ci amiamo, ci amiamo sempre, non solo nel week end, non solo quando siamo in vacanza, non solo negli orari di “libera uscita”. Associamo spesso all’amore divino, una sorta di penitenza, di sofferenza, di martirio, ma chi l’ha detto?
Come già accennato le settimane scorse, voglio prendere d’esempio, il mio amato e adorato Krishna, sarà che il mio nome spirituale è Radhika, ma già da piccola mi sono sempre sentita legata a questo Avatar.
Nelle sue storie e nelle sue rappresentazioni lui è bellissimo, affascinante, è un Re, possiede ogni cosa materiale, vive nell’abbondanza, il suo cuore è puro, ma non per questo ha una vita miserabile.
Questo ci insegna che la coscienza Krishnica è la nostra super coscienza e possiede in se, tutte le sue qualità: abbondanza, bellezza, fascino, piacere.
In queste nuove settimane che ci attendono di pratica, mi piacerebbe che tu ti impegni a vivere la vita con piacere, in ogni istante, in ogni secondo, trovando la gioia, ma non solo, trovando proprio il piacere in tutto ciò che fai, e se quello che fai non ti piace, non farlo, ma se sei obbligato per qualche incredibile motivo, fallo con piacere, anzi con immenso piacere.
Se rimaniamo sempre legati al concetto che il dovere è senza piacere, come potremmo mai aprire il cuore, come potrà mai l’amore vero sbocciare in noi, questo è uno dei motivi principali, per il quale le persone sono sempre alla ricerca di qualcuno che le soddisfi, perché non stanno facendo ciò che dovrebbero… provare piacere in se stessi!
Krishna era un Re, non un mendicante, e tu cosa vuoi essere?
Come prima azione, fatti un bel regalo!
Seconda azione: prova piacere in ogni cosa
Terzo azione: non sentirti in colpa per tutto ciò, te lo meriti e sei venuto sulla terra per manifestare il paradiso eterno, non dimenticarlo mai!
Ciao amico Yogi
felice e piacevole vita!
Con Divino Amore
Radhika
Villadossola, 14 Febbraio 2020