Giovedì ventidue febbraio il mio cagnolino ha lasciato il suo corpicino, per andare in una dimensione diversa.
E’ un grande dolore non avere più con noi fisicamente coloro che amiamo, ma Max continuo a sentirlo presente, come se fosse qui accanto a me.
Da lui ho imparato tanto e continua ad insegnarmi anche da la su’.
Max non è morto, ma ha solo lasciato il corpo, lui di fatto esiste ed esisterà sempre.
Max è un cagnolino dolce, è nato in casa perché la sua mamma Nancy era già la nostra cagnolona.
L’abbiamo viziato un po’, perché quando la sua mamma se ne è andata, temevamo soffrisse la solitudine e nonostante abbiamo tanto spazio all’aperto e Max aveva un corpo abbastanza grande, stava spesso in casa.
Quando Max ci ha lasciato fisicamente giovedì ho riflettuto su quello che mi ha insegnato e devo dire che Max per me è stato ed è tutt’ora un piccolo Guru.
Lui ha capito cosa è la vita perché sa amare con la dolcezza che solo i suoi occhi possono raccontare.
Non esiste passato o futuro per Max, ma solo la felicità e la pienezza del momento presente.
Era malato, ma fino al suo ultimo respiro fisico, dai suo occhi traboccava amore e dolcezza.
Fino a quando il suo corpo ha retto, voleva correre, divertirsi, mangiare il suo cibo preferito, sorridere, fare un mondo di coccole e riposare comodo con la sua famiglia.
Non potevi non amarlo, perché Max quando ti guardava negli occhi ti sorrideva e se per caso eri triste, osservandoti ti chiedeva “perché non sei felice?”
Lui era sempre allegro e lo è tutt’ora, ne sono certa, lui diventava triste solo un po’ quando faceva qualche marachella e lo sgridavi, allora metteva la testa a terra e ti guardava dal basso verso l’alto con lo sguardo della compassione e tu ti arrendevi, perché con quegli occhi li potevi solo dagli
il suo biscottino preferito.
Ha vissuto la sua vita appieno, domenica quando già stava male, faceva fatica a camminare e ormai non ci vedeva più, ho deciso di fagli fare un giro nel nostro posto magico, dove io e lui abbiamo corso, giocato e ci siamo divertiti un sacco.
Sapevo che era uno dei suoi ultimi giorni in questa vita, cosi quando ho preso il guinzaglio e le ho urlato, perché era anche un po sordo: “Max andiamo!”, lui si è alzato, mi ha scodinzolato e siamo partiti per la sua ultima avventura, ci abbiamo messo un sacco ad arrivare, perché il suo passo era lento e spesso le gambe dietro gli cedevano, ma piano piano ci è arrivato.
Quando siamo atterrati sulle cime della collinetta e si vedeva il nostro fiume: mi ha sorriso, come se mi dicesse “lo so dove siamo, anche se non ci vedo, grazie di avermi nuovamente portato qui”. Al ritorno ci è venuta a prendere mia mamma in macchina, perché faceva veramente fatica a camminare, d quel giorno in poi ha iniziato a spegnersi piano piano.
Noi lo abbiamo accompagnato in questo trapasso fondamentale.
Morire è importante tanto quanto nascere, non dobbiamo dimenticarci di questo, è un passaggio da una dimensione all’altra e chi fa questo viaggio deve avere le persone care vicine, sino all’uscio di casa.
Nella sua ultima notte gli ho preparato un tempio davanti a lui, con i miei Maestri, che ora sono anche i suoi, gli ho acceso incensi alla rosa; la mia famiglia spirituale, che ora è in India le ha mandato degli Om da quella terra sacra, per tutta la notta le ho lasciato un mantra in sottofondo.
La mattina ho cantato per lui con l’ harmonium dei mantra sacri in sanscrito e quando è venuto il momento, c’era tutta la sua famiglia a tenergli le zampe. Le ho messo al collo un mala benedetto dai miei Maestri, ed è stato seppellito con le foto dei miei Guru e sopra la sua lapide c’è un grande Om in ottone e Ganesh che lo protegge sempre.
Non rimpiango nulla, perché l’abbiamo amato dal primo giorno che è arrivato qui e continuiamo a farlo.
Io continuo a vederlo sorridere, con il suo alito puzzoso, con il suo pelo morbidoso, con la sua codona gigante ed i suoi occhi pieni di amore.
Max mi hai insegnato la gentilezza, l’amore incondizionato, la dolcezza e la felicità.
Max mi ha insegnato che si può comunicare anche senza parlare, perché c’è un idioma che è unico ed è quello del cuore.
Max mi ha insegnato che cosa vuol dire vivere felice e stare nell’attimo presente.
Max mi ha insegnato che la morte è solo un illusione, perché noi esistiamo sempre, lui non se ne andato, lui non mi ha lasciato un vuoto, ma mi ha lasciato un pieno d’amore.
Max mi ha insegnato ad amare, mi ha fatto vedere posti semplici e forse prima insignificanti come i posti più magici e belli della terra.
Max mi ha insegnato che quando qualcuno ti ama, ama tutto di te, anche quel lato insopportabile.
Max mi ha insegnato che quando desideri fare una cosa, la devi fare subito, senza perdere tempo perché la vita è adesso.
Max mi ha insegnato che quando una situazione diventa troppo dolorosa, non ha più motivo di esistere, bisogna andare oltre e lasciare andare.
È stato difficile fargli da laccio emostatico per il suo trapasso, ma stava troppo male e l’amore che provo per lui è talmente grande che mi ha dato la forza di fare anche questo.
Max mi ha insegnato la forza, Max mi ha dato la forza.
Ti vedo ridere Max, sopra il cielo, con i tuoi amici cani e la tua mamma.
Ti vedo ancora ridere Max, sopra di noi a proteggerci.
Grazie Max per avere scelto noi come la tua famiglia in questa vita.
Grazie Max per essere stato un mio Maestro, grazie Max per avermi dato la possibilità di amarti e di aver goduto del tuo amore, della tua gioia, dei tuoi sorrisi della tua allegria e dolcezza.
Grazie per avermi consolato nei miei momenti tristi, grazie di aver asciugato le mie lacrime, portandomi felicità con la tua presenza, il tuo respiro ed i tuoi occhi.
Grazie Max! I nostri cuori saranno sempre i tuoi.
I nostri cuori saranno sempre casa tua e potrai tornate nella forma che vuoi, quando vuoi e tutte le volte che vuoi!
Namaste MAxiJii, sei il cagnolino del mio cuore per sempre e sono felice che ora riposi e ti diverti in Pace… Lo so che è cosi, anche se qui ci manchi un sacco, ma è stato giusto così, avevi voglia di andare.
Namastè MaxiJii e grazie!
Villadossola, 25 febbraio 2018